Pubblicato in 2022, Le notizie del portale a buon diritto il 09 ott, 2025

Consiglio di Stato: Inadeguato il capitolato di appalto dei CPR per la tutela della salute delle persone trattenute

Consiglio di Stato: Inadeguato il capitolato di appalto dei CPR per la tutela della salute delle persone trattenute | A Buon Diritto Onlus

Il Consiglio di Stato annulla in parte il capitolato d’appalto dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) e impone al Ministero dell’Interno di introdurre modifiche significative in materia di tutela della salute e di prevenzione del rischio suicidario all’interno di queste strutture.

Lo annunciano soddisfatte le associazioni ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e Cittadinanzattiva .

La sentenza n. 7839 pubblicata il 7 ottobre 2025, ottenuta grazie agli avvocati ed avvocate Ginevra Maccarrone, Martina Ciardullo, Giulia Crescini, Salvatore Fachile, Gennaro Santoro, Maria Teresa Brocchetto, Valeria Capezio, Antonello Ciervo, Loredana Leo e Livia Stamme, ha accolto l’appello contro il Ministero dell’Interno per l’illegittimità del Decreto Ministeriale del 4 marzo 2024, relativo allo schema di capitolato di appalto dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio. 

Questa decisione rappresenta una vittoria fondamentale per la tutela dei diritti delle persone trattenute nei CPR, in particolare per il diritto alla salute. 


Un passo avanti per la tutela della salute nelle strutture di detenzione amministrativa


In Italia la gestione della privazione della libertà personale per i migranti irregolari e i richiedenti asilo avviene in strutture private, i cosiddetti CPR, dove ogni aspetto relativo ai diritti fondamentali (salute, alimentazione, comunicazione, ecc.) è affidato a soggetti privati, detti enti gestori. Questo sistema differisce da quello penitenziario, dove la gestione avviene direttamente tramite il Ministero della Giustizia. Nel caso dei CPR, il Ministero dell’Interno stabilisce le linee guida attraverso il capitolato di appalto, sulla base del quale vengono redatti i bandi.

La sentenza del Consiglio di Stato, che fa proprie le criticità presenti nei CPR ed esposte in ricorso anche sulla base dei report del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, ha evidenziato l’inadeguatezza del capitolato rispetto agli standard previsti dalla direttiva del 19 maggio 2022 (cd. Direttiva Lamorgese), nonché la necessità di una tutela sanitaria più stringente. 

In particolare, la sentenza sottolinea che le disposizioni in ambito carcerario relative alla tutela della salute e alla prevenzione del suicidio devono costituire un parametro minimo di riferimento per i CPR. Sebbene non sia obbligatorio applicare identicamente gli standard sanitari penitenziari nei CPR, le strutture carcerarie possono fungere da modello per migliorare gli standard di assistenza sanitaria e psicologica nei CPR. E questo, vale la pena aggiungere, soprattutto considerato che le persone costrette nei CPR non hanno commesso alcun reato. 

La decisione implica, inoltre, che i bandi redatti sulla base di questo capitolato sono illegittimi, e di conseguenza, le persone trattenute nei CPR non sono adeguatamente tutelate nel rispetto del loro diritto alla salute.

Infine, questa sentenza è stata adottata in continuità con la sentenza n. 96 della Corte Costituzionale, che aveva già ammonito il legislatore sull’urgenza di intervenire in materia di CPR, poiché manca una normativa primaria che stabilisca parametri precisi riguardo alle condizioni di vita e alla tutela dei diritti fondamentali delle persone trattenute. In tal senso, il Consiglio di Stato ammonisce il Ministero, affermando che: “Nelle more dell’indispensabile intervento del legislatore, le Amministrazioni competenti sono chiamate ad un attento esame della situazione fattuale nei Centri, affinché la riformulazione delle disposizioni impugnate del capitolato possa tener conto di ogni elemento rilevante, nella prospettiva di garantire livelli di assistenza socio-sanitaria in linea con le previsioni costituzionali e sovranazionali”.

L’avv.ta Ginevra Maccarrone di ASGI precisa: “Questa sentenza in linea con la più recente giurisprudenza ci conferma che il sistema dei CPR è totalmente inadeguato al nostro quadro costituzionale e la società civile si auspica la chiusura dei CPR che in nessun modo sembrano poter rispettare i valori fondanti della nostra società“.


Il ruolo cruciale delle azioni collettive

Questa vittoria è frutto di un lungo percorso legale che ha visto il coinvolgimento di numerose realtà civiche, tra cui A buon Diritto, ActionAid, Arci, Be Free, CILD, Giuristi Democratici, Psichiatria Democratica e Spazi Circolari. 

Nonostante il rigetto iniziale in primo grado, il Consiglio di Stato ha accolto l’appello, dando ragione alle associazioni e segnando un’importante conquista per la giustizia sociale.

Inoltre, questo contenzioso ha facilitato la creazione di una rete intersezionale tra le associazioni che si occupano dei diritti delle persone straniere e quelle che si occupano di vulnerabilità psichiatriche e della tutela della salute nelle strutture di detenzione, che si affianca ai movimenti che, già da tempo, chiedono la chiusura definitiva di questi luoghi di trattenimento per persone che non hanno commesso alcun reato.


ASGI – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione

Cittadinanzattiva


Per contatti:

Ginevra Maccarrone 334.521.1666

Salvatore Fachile 349.198.2467

Giulia Crescini 348.899.3508


Qui per leggere la sentenza.


Gennaro Santoro 349.474.0379