Pubblicato in 2022, Le notizie del portale a buon diritto il 07 lug, 2022

Tso, quando la privazione della libertà è illegale

Tso, quando la privazione della libertà è illegale | A Buon Diritto Onlus

Un articolo di Luigi Manconi sulla rubrica libertà/illibertà di Repubblica


Ricevo questo messaggio: “Le chiedo aiuto perché non so come comportarmi… Si tratta del mio fidanzato ricoverato con Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) a seguito di episodio psicotico. Non me lo fanno vedere da venerdì perché dicono che è agitato e ho capito che da oggi, o per lo meno l’ho scoperto oggi chiamando, gli stanno applicando contenzione fisica e farmacologica. Come potrei intervenire? Non siamo sposati e pertanto a livello legale non sono nessuno”. In un secondo messaggio la signora scrive: “Non ha nemmeno il telefono [gli è stato tolto, nota mia LM]. Ormai sono sette giorni che mi negano una visita”.

Dopo molte insistenze e, grazie al supporto di A Buon Diritto onlus, che da anni conduce una importante campagna proprio su tali temi, finalmente alla donna viene concesso di vedere il proprio compagno. Questa vicenda riporta alla mente un episodio di molti anni fa. Estate 2009, telecamere di sorveglianza interne al reparto psichiatrico di diagnosi e cura di Vallo della Lucania. Grazia Serra, nipote di Franco Mastrogiovanni, staziona fuori dalla porta gialla antipanico che separa il reparto dal resto dell’ospedale: citofona, sollecita, chiede di parlare con suo zio, che si trova lì da un paio di giorni, sottoposto a Tso. Aspetta, ma le rifiutano la visita e viene allontanata.

Franco Mastrogiovanni muore dopo poche ore, legato a un letto e senza mai avere ricevuto cibo o acqua nei quattro giorni del suo ricovero. Per la sua morte sono stati condannati in via definitiva infermieri e medici riconosciuti colpevoli di sequestro di persona. La totale mancanza di cura e di attenzione risulta evidente dalle 87 ore di filmato, che hanno registrato l’agonia e la lenta morte dell’uomo, legato al letto ininterrottamente.

A partire da quella vicenda A Buon Diritto onlus ha ascoltato moltissime storie, impegnandosi a dare supporto a pazienti e familiari, organizzato campagne e animato dibattiti, unitamente a una rete di comitati e associazioni di malati, parenti, medici e infermieri, diffusa sull’intero territorio nazionale.


L'articolo completo su La Repubblica del 5 luglio 2022.