Pubblicato in 2021, Le notizie del portale a buon diritto il 26 nov, 2021

Appello all’UE: ripristinare i diritti e i valori alle frontiere d’Europa

Appello all’UE: ripristinare i diritti e i valori alle frontiere d’Europa | A Buon Diritto Onlus

Come società civile europea e organizzazioni che si occupano di asilo, migrazione, assistenza umanitaria e diritti umani, siamo scioccati dal perdurare della crisi umanitaria ai confini tra l’UE e la Bielorussia, che è causa di immense sofferenze e ha portato alla morte di numerose persone.

Nel condannare le azioni del governo della Bielorussia, sollecitiamo una risposta da parte dell’UE, degli Stati membri e di tutte le organizzazioni europee e internazionali competenti che sia in linea con gli obblighi giuridici europei e internazionali e con gli standard minimi di dignità condivisi.

Le persone al centro della crisi sono strumentalizzate all’interno di un conflitto tra l’UE e la Bielorussia, ma non dovrebbero essere considerate né trattate da entrambe le parti come se fossero un’arma. Tra loro c’è chi è fuggito da guerra e persecuzioni dalla Siria, dallo Yemen, dall’Afghanistan e dall’Iraq, e chi, in assenza di percorsi sicuri e legali, non aveva alternative per raggiungere in luogo sicuro. 

Ciò di cui c’è bisogno è una risposta chiara che includa una ferma difesa del diritto d’asilo e del diritto europeo e internazionale.

Chiediamo quindi di:

- garantire l’accesso al diritto d’asilo alle frontiere. Secondo il diritto comunitario e internazionale, chiunque cerchi asilo alle frontiere, indipendentemente dal modo in cui è arrivato, ha il diritto di presentare una domanda d’asilo. L’accesso all’asilo in Polonia, Lituania e Lettonia deve essere immediatamente ripristinato . Ciò significa che tutte le misure volte ad impedire alle persone di accedere al territorio dell’UE e di presentare una domanda di asilo devono cessare.

- garantire l’accesso umanitario. Gli Stati coinvolti devono garantire l’accesso umanitario alle persone colpite, in modo tale che le organizzazioni umanitarie possano raggiungerle e prestare assistenza. Il fatto che gli Stati membri dell’UE impediscano la fornitura di assistenza salvavita alle persone, alcune delle quali estremamente vulnerabili, è deplorevole e irresponsabile. Se la situazione di stallo dovesse continuare, la decisione di evacuare immediatamente le persone dalla regione di confine negli Stati membri dell’UE è un’opzione che eviterebbe ulteriori perdite di vite umane. In parallelo, gli Stati membri dell’UE dovrebbero discutere e concordare accordi di ricollocazione ad hoc

- abrogare la legislazione interna non conforme. La situazione alla frontiera esterna ha determinato modifiche alla legislazione nazionale in materia di asilo da parte di Lituania, Polonia e Lettonia. Alcuni di questi cambiamenti legislativi sono incompatibili con la normativa UE in materia di asilo, con i trattati UE e con la Carta dei diritti fondamentali e il diritto internazionale. La Commissione europea deve dare seguito alla sua richiesta rivolta agli Stati membri di rimuovere gli aspetti della legislazione che violano il diritto comunitario. Se gli Stati membri si rifiutano di rispettare il diritto comunitario e internazionale, devono essere prese in considerazione misure disciplinari e di infrazione.

- contrastare la repressione operata ai danni della società civile, dei media e degli operatori legali. La situazione alle frontiere dell’UE ha provocato tentativi da parte di alcuni Stati membri di intimidire e reprimere la società civile, i media e gli operatori legali che cercano di intervenire nel rispetto delle loro funzioni professionali. Le attività volte a fornire assistenza umanitaria e legale alle persone alla frontiera non devono essere criminalizzate. È essenziale che la situazione nella zona di confine sia monitorata da attori indipendenti per garantire il rispetto del diritto europeo e internazionale. Gli atti di violenza devono essere condannati e indagati.

- porre gli standard dei diritti umani e la trasparenza al centro della cooperazione con i paesi terzi. Attualmente l’UE sta cercando accordi con paesi terzi sia per fermare le persone che arrivano alla frontiera dell’UE, sia per rimpatriarle nei loro paesi d'origine. Bisogna assicurarsi che qualsiasi accordo sia in linea con le norme internazionali sui diritti umani, a partire dal diritto di lasciare il proprio paese e dagli obblighi di non refoulement. Il contenuto di qualsiasi accordo dovrebbe essere reso pubblico e il Parlamento europeo dovrebbe avere un ruolo significativo nel monitoraggio degli accordi. Anche il monitoraggio indipendente e il sostegno alle persone rimpatriate dovrebbero essere garantiti. 

L’UE e i suoi Stati membri devono far fronte alla crisi al confine in conformità con i loro obblighi legali internazionali e comunitari. Siamo allarmati nel sentire che si stanno elaborando proposte che potrebbero consentire deroghe ingiustificabili al diritto comunitario e internazionale.


Qui la lettera completa lanciata da ECRE, lo European Council on Refugees and Exiles, a cui abbiamo aderito insieme a oltre 100 organizzazioni italiane ed europee.

Qui la versione originale della dichiarazione e la lista delle adesioni aggiornate.