Pubblicato in 2020, Le notizie del portale a buon diritto il 23 ott, 2020

Serve un Piano di protezione sanitaria contro il Covid per le persone senza dimora a Roma

Serve un Piano di protezione sanitaria contro il Covid per le persone senza dimora a Roma | A Buon Diritto Onlus

La salute di tutti è salute di ognuno, la salute di ognuno è salute di tutti.

La Rete Esquilino Sociale, rete di associazioni e cittadini del Rione Esquilino, insieme all'Associazione Portici Aperti ha lanciato un appello, a cui come A Buon Diritto abbiamo aderito e che rilanciamo, affinché sia formalizzato e condiviso con urgenza un “Piano di protezione sanitaria da Covid-19 per le persone senza dimora” e per quanti a Roma si trovino in condizione di precarietà alloggiativa o necessitino di entrare in strutture di accoglienza di protezione.

L’approssimarsi dell’inverno e l’evoluzione della pandemia di questi giorni sollevano forte preoccupazione per la condizione delle persone senza dimora o in condizioni di precarietà alloggiativa ed in particolare:  

- per coloro che sono ospiti dei centri di accoglienza del circuito delle emergenze sociali;

- per coloro che afferiscono ai centri dedicati ai richiedenti asilo e rifugiati, vittime di violenza e sfruttamento;

- per coloro che, in assenza di alternative, convivono in condizioni di promiscuità e affollamento all’interno di occupazioni o alloggi precari;

- per coloro che, non avendo modo di effettuare tamponi utili all’ingresso nel circuito di accoglienza, sono costretti a restare fuori dalle strutture e che comunque per diversi motivi sono costretti a pernottare o vivere in strada.


È della scorsa settimana l’allarme della Caritas Diocesana di Roma per la situazione degli ospiti dell’Ostello Caritas.

Il tema è stato sollevato anche nel corso di Termini Sociali 2020, incontro annuale tra enti pubblici e privati di assistenza alle marginalità, in occasione della Giornata Mondiale della Povertà, tenutosi tra il 14 e il 17 ottobre scorso alla presenza di importanti rappresentanti delle istituzioni di Roma Capitale e del mondo accademico.

Pur apprezzando i diversi protocolli in atto tra Roma Capitale, Regione Lazio e diversi istituti sanitari tra cui Intersos, Spallanzani, IFO San Gallicano e Ambulatorio di Medicina Solidale, e le iniziative sparse che i singoli servizi e centri di accoglienza hanno messo in campo per il monitoraggio e la sorveglianza sanitaria delle persone accolte, anche attraverso accordi bilaterali con Asl territoriali e istituti di ricerca, non possiamo non ribadire la necessità di rendere immediatamente operativi questi protocolli attivando un Piano di sistema interistituzionale per la tutela sanitaria delle persone in condizioni di marginalità nella nostra città, nell’interesse della salute pubblica e del diritto costituzionale alla salute individuale di ogni persona.  

In un'ottica propositiva, condividiamo quelle che riteniamo siano le priorità da mettere in atto: 

- Individuare un modo per favorire l’accesso alle strutture di accoglienza per coloro che, trovandosi in strada ma non presentando sintomatologie, non possiedono i requisiti per sottoporsi in tempi rapidi a tampone per Covid-19, condizione indispensabile per l’ingresso nel circuito di accoglienza.

- Attivare un monitoraggio tempestivo e costante dei contagi all’interno di centri di accoglienza e delle occupazioni.

- Attivare un sufficiente numero di strutture dedicate all’isolamento delle persone senza dimora o in stato di fragilità sociale (migranti, vittime di violenza...) risultate positive asintomatiche al Covid-19, perché possano esservi immediatamente trasferite, riducendo il rischio della convivenza con ospiti e operatori risultati invece negativi.

- Favorire l’accesso ai vaccini antinfluenzali per le persone emarginate, in particolare anziane o con patologie gravi e per coloro che non potendo essere iscritti al SSN e non avendo medico di base, si devono confrontare con l’impossibilità di ottenere una ricetta ed un’esenzione per poterselo permettere. Questo in particolare oltre a rappresentare un alto rischio per la propria salute avrebbe l’aggravante di costringere queste persone al ricorso ai pronto soccorso in caso di sintomatologie importanti, aumentando il rischio di intasamento dei presidi sanitari di emergenza e di diffusione del contagio da Covid-19.

- Definire delle Linee guida sanitarie condivise per le organizzazioni che operano in strada e nelle differenti strutture di accoglienza al fine di permettergli di continuare a garantire il loro servizio in condizioni di sicurezza per sé, per le persone che assistono e per la collettività, e riconoscendo così la loro attività come servizio essenziale.

- Destinare risorse aggiuntive per potenziare una tutela sanitaria e condizioni di accoglienza più ampia ed inclusiva per la popolazione dei senza fissa dimora o in condizioni di disagio e marginalità, per poter governare il fenomeno e garantire un percorso di recupero, partecipazione ed inclusione.


In un momento storico così critico, in cui appare evidente che nessuno si salva da solo, riteniamo necessario e quanto mai doveroso orientarci tutti insieme al bene comune: enti pubblici, terzo settore, società civile. Riteniamo pertanto fondamentale e imprescindibile e lanciamo a gran voce questo appello affinché, indipendentemente dagli schieramenti politici, l’amministrazione di Roma Capitale e la Regione Lazio collaborino attivamente e in sinergia per giungere in tempi brevi a soluzioni comuni in favore della collettività ed in particolare delle persone più deboli.  

La RES , Portici Aperti e le organizzazioni che aderiscono a questo appello si impegnano a fare il proprio e a mettersi a disposizione di tutte le organizzazioni del privato sociale e delle istituzioni che vorranno rispondere e auspichiamo che in tanti sottoscriveranno questo appello, nell’interesse dell’intera comunità cittadina e della salute collettiva..