Pubblicato in 2020, Le notizie del portale a buon diritto il 21 mar, 2020

Regolarizzare i braccianti stranieri per proteggerli dal Coronavirus e dal caporalato

Regolarizzare i braccianti stranieri per proteggerli dal Coronavirus e dal caporalato | A Buon Diritto Onlus

Una sanatoria contro il Coronavirus, per garantire l’accesso alle cure e al lavoro pulito a chi vive nei ghetti del nostro paese. Questa la proposta lanciata da Terra!, Flai CGIL in una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ai Ministri Teresa Bellanova (Agricoltura), Nunzia Catalfo (Lavoro), Lamorgese (Interni) e Provenzano (Sud). All’appello hanno subito aderito Don Ciotti (Presidente di Libera e Gruppo Abele), Luigi Manconi, Roberto Barbieri (Direttore di Oxfam Italia), Riccardo Vito (Presidente di Magistratura Democratica), Valentina Calderone (Direttrice di A Buon Diritto), Medici per i diritti umani (MEDU), Marco Omizzolo (Ricercatore Eurispes e Presidente di Tempi Moderni), Danilo Chirico (Presidente DaSud), Antonello Mangano (Terrelibere), Marina Galati (Vice presidente Coordinamento nazionale comunità di Accoglienza), CSC Nuvola Rossa, Co.S.Mi, Idorenin, Sanità di Frontiera. Si sono inoltre aggiunte le adesioni di ARCI, Marco De Ponte (Segretario generale di ActionAid), Fabrizio Barca (portavoce del Forum delle disuguaglianze), Renato Franco Natale (Presidente associazione Masslo), Donato di Sanzio (Università di Salerno), Fabio Amato (Presidente Centro studi sulla mobilità-Migrazioni internazionali), MoMi (Università l’Orientale), Acli Terra Nazionale, Paolo Naso (Coordinatore di Mediterranean Hope), Maurizio Masotti (Curatore “Tracce Migranti-Nuovi paesaggi umani), Intersos, ASGI.


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Come rappresentanti di sindacati e organizzazioni del terzo settore impegnate nel campo dell’ecologia, della tutela dei diritti umani, sociali e civili, i firmatari esprimono “profonda inquietudine e preoccupazione per le migliaia di lavoratori stranieri che abitano nei tanti ghetti e accampamenti di fortuna sorti nel nostro paese“. Molti di loro sono impiegati nel settore agricolo, indispensabile per la sicurezza alimentare. Ma come è noto, si legge nel testo, “le condizioni dei braccianti che oggi raccolgono i prodotti destinati alle nostre tavole sono spesso inaccettabili: le baraccopoli in cui sono costretti a vivere sono luoghi insalubri e indecenti, agli antipodi del valore stesso dei diritti umani”.

C’è il rischio che il Covid-19 arrivi in quegli insediamenti, tramutandoli in focolai della pandemia. Ma le soluzioni ci sono: la lettera segnala che i Prefetti – destinatari di nuovi poteri a seguito del DCPM del 09 marzo – possono adottare disposizioni volte alla messa in sicurezza dei migranti e richiedenti asilo presenti sul territorio, mediante l’allestimento o la requisizione di immobili a fini di sistemazione alloggiativa. Questo è dunque il momento di svuotare i ghetti e offrire un’alternativa migliore alle persone che li abitano. Non solo dal punto di vista igienico-sanitario, ma anche dei diritti fondamentali: molti stranieri si trovano oggi in condizioni di irregolarità acuite dai decreti sicurezza e non cercano lavoro per timore di essere fermate ai posti di blocco proliferati a seguito delle disposizioni anti-Coronavirus. Di qui la proposta di una sanatoria per far emergere chi è costretto a vivere e lavorare in condizioni di irregolarità. Sarebbe una misura di equità che, peraltro, arriverebbe in una fase di particolare crisi del settore primario. Gli agricoltori, infatti, hanno visto calare drammaticamente la disponibilità di lavoratori agricoli in alcune aree del Paese, perché l’emergenza Covid-19 ha causato l’interruzione dei flussi dai Paesi dell’Est Europa. Si è verificato infatti un rientro massivo da parte di persone immigrate da Romania e Bulgaria, mentre gli arrivi previsti dalla Polonia si sono azzerati.