Pubblicato in 2020, Le notizie del portale a buon diritto il 15 set, 2020

Appello per l’evacuazione immediata di Moria

Appello per l’evacuazione immediata di Moria | A Buon Diritto Onlus

La notte tra l’8 e il 9 settembre 2020 è andato a fuoco il campo profughi di Moria a Lesbo. 

Il campo di Moria è stato costruito nel 2015 per volere dell’Unione europea nell’ambito dell’Agenda europea sulle migrazioni. Inizialmente era previsto che il centro ospitasse solo per pochi giorni le persone arrivate dalla Turchia via mare, per identificarle prima di trasferirle sulla terraferma e in altri paesi dell’Unione europea attraverso i ricollocamenti. Tuttavia nel 2017 il programma di reinsediamento dalla Grecia e dall’Italia è stato sospeso e le isole greche si sono trasformate in carceri a cielo aperto. Il campo di Moria è arrivato a ospitare molte più persone di quante potesse, in condizioni igienico-sanitarie più che precarie, senza accesso ai servizi più basilari, in un luogo sovraffollato e insicuro. La crisi sanitaria legata al diffondersi del Covid-19 ha aggravato ulteriormente la situazione, nell’indifferenza delle autorità europee. Più di 12.000 persone si trovano ora senza riparo. Il governo greco ha previsto che 400 minori non accompagnati venissero trasferiti sulla terraferma ma ha annunciato che tutti gli altri sfollati rimarranno sull’isola.

È arrivato il momento di dire basta e di porre fine alle attuali politiche europee in materia di migrazione, che negli ultimi anni hanno portato a terribili condizioni nei campi sulle isole, migliaia di morti nel Mediterraneo, violenza e respingimenti alle frontiere. 

Per questo insieme a più di 300 organizzazioni internazionali abbiamo lanciato un appello ai leader europei e alla Commissione UE affinché intervengano immediatamente per:

- Trasferire tutte le persone che sono dovute scappare dall’incendio del campo di Moria. A Lesbo e nelle altre isole greche non è possibile garantire i minimi diritti umani di alloggio, cibo, servizi igienici e medici. Bisogna decongestionare immediatamente queste isole e impegnarsi al ricollocamento di queste persone in tutta Europa.

- Rinunciare a qualsiasi tipo di futuro approccio europeo alla migrazione che intrappoli le persone in condizioni disumane sui campi delle isole o in strutture alle frontiere mentre aspettano una risposta alla loro richiesta di protezione internazionale. 

- Mettere in atto politiche migratorie che assicurino protezione invece che esclusione. Questo comporta maggiore solidarietà e responsabilità da parte di tutti i Paesi europei, e la fine dei costanti abusi di diritti umani fondamentali.

La necessità di agire non è mai stata più urgente.

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