Pubblicato in 2015, Le notizie del portale a buon diritto il 20 mar, 2015

Giustizia: da Manconi (Pd) interrogazione su caso farmacista suicida dopo interrogatorio

Giustizia: da Manconi (Pd) interrogazione su caso farmacista suicida dopo interrogatorio | A Buon Diritto Onlus

farmacia 1Ristretti Orizzonti, 20-03-2015

Il Pd chiede al Governo di inviare gli ispettori a Bologna per verificare il comportamento del procuratore aggiunto Valter Giovannini e degli inquirenti della squadra mobile nel caso di Vera Guidetti, la farmacista di 62 anni che una settimana fa si è suicidata, due giorni dopo essere stata interrogata nell'ambito di un'indagine su un furto.

L'interrogazione, agli atti del Senato di ieri, è stata presentata da Luigi Manconi, senatore del Pd, membro delle commissioni Difesa di Palazzo Madama e presidente della Commissione straordinaria bicamerale per la tutela dei diritti umani. Manconi, rivolgendosi ai ministri della Giustizia e dell'Interno, Orlando e Alfano, chiede loro "se non ritengano opportuno attivare i poteri ispettivi presso la Procura e la squadra mobile di Bologna".

Questo perché, è convinto il senatore, ci sarebbero delle cose che non quadrano nel modo in cui è stata gestita la posizione della 62enne, che prima di togliersi la vita ha lasciato un biglietto con il nome del procuratore aggiunto Giovannini, dicendo di essere stata da lui "trattata come una criminale" e non creduta.
In questa vicenda, la prima cosa che non convince Manconi è il fatto che "l'escussione testimoniale della signora Guidetti, evidentemente interessata da chiari indizi di colpevolezza, si sarebbe svolta senza alcuna garanzia difensiva e con discutibili modalità per un tempo assai prolungato". Ma non è solo questo il punto. Manconi segnala anche il fatto che "della permanenza della signora Guidetti negli uffici della Questura non sarebbe stato informato il pubblico ministero di turno".

A suscitare perplessità è anche un altro passaggio: "Il giorno 11 marzo, ossia al momento della scoperta del corpo della Guidetti e del suo biglietto di accusa- scrive Manconi nell'interrogazione- il procuratore aggiunto Giovannini si recava nell'abitazione della donna, anticipando il pubblico ministero di turno e continuando a condurre le indagini sul decesso della Guidetti, nonostante il suo coinvolgimento nella vicenda in quanto indicato (a torto o a ragione) dalla farmacista deceduta come responsabile di comportamenti ostili nei propri confronti". Per Manconi, ce n'è a sufficienza per chiedere un intervento degli ispettori ministeriali affinché verifichino se le indagini si siano svolte correttamente.

Interpellato dalla Dire, il senatore afferma: "Questa vicenda a Bologna e in Emilia-Romagna ha suscitato clamore, e siccome c'è qualche motivo di perplessità, ho presentato un'interrogazione per chiedere a chi può di diradare i dubbi dando le giuste informazioni".
Ci sono perlomeno "un paio di elementi" su cui serve chiarezza, osserva Manconi. Primo: il fatto che l'audizione della donna in Questura "non ha un suo status ben definito e una forma inequivocabile tra il ruolo del testimone e il ruolo dell'indagato". E poi: "Se fosse vero, e lo ripeto tre volte, se fosse vero che su quel biglietto c'è il nome del procuratore aggiunto, anche solo per questione di opportunità e sensibilità umana, penso che quel magistrato dovesse astenersi dalle indagini".

Nell'interrogazione, oltre ai dubbi sull'operato degli inquirenti, il senatore ricostruisce la vicenda per come raccontata dalla stampa, partendo dall'11 marzo, quando "la farmacista Vera Guidetti, cittadina incensurata, veniva rinvenuta cadavere nella propria abitazione bolognese con accanto l'anziana madre ancora agonizzante". Si ricorda poi il giorno dell'audizione, il 9 marzo, "allorché Vera Guidetti veniva convocata negli uffici della squadra mobile di Bologna, dove giungeva alle 8. Lì "veniva trattenuta presso quegli uffici fino alle ore 19.30 circa, venendo ascoltata nell'ambito di un'inchiesta per ricettazione di opere d'arte". Su questo, Manconi scrive che la donna "veniva escussa a sommarie informazioni testimoniali per un tempo estremamente prolungato dallo stesso procuratore aggiunto senza che venisse valutata l'opportunità di farla assistere da un legale di sua fiducia".

Il senatore ricorda poi il collegamento con il pregiudicato Ivan Bonora (ricordando che è stato scarcerato il 12 marzo dal gip Letizio Magliaro), il sopralluogo della Polizia a casa della donna, i quadri e altri oggetti di valore ritrovati (compreso il sacchetto in cui c'erano anche due anelli rubati nel furto da cui l'indagine aveva preso avvio) e il fatto che la farmacista abbia spiegato dei tanti quadri ricevuti in custodia da Bonora in passato.
Secondo Manconi il quadro probatorio "veniva ritenuto sufficiente a integrare precise ipotesi di reato tanto che Bonora, assistito da un legale, veniva sottoposto a fermo di polizia". Guidetti, invece, "con modalità del tutto anomala, veniva escussa a sommarie informazioni testimoniali per un tempo estremamente prolungato senza che venisse valutata l'opportunità di farla assistere da un legale di sua fiducia".
Dire, 20 marzo 2015

Fonte immagine; www.formiche.net