Per questo fin dalla sua nascita A Buon Diritto si impegna in attività di formazione e pubblicazione di rapporti e documenti sullo stato dei diritti in Italia, al fine di aumentare la consapevolezza collettiva sul tema delle libertà e dei diritti negati, perché crediamo fermamente che conoscere sia il primo passo per costruire il futuro.


Da anni ci impegniamo in una consistente attività di ricerca che sottopone a osservazione e verifica periodica il riconoscimento dei diritti civili e umani nel nostro paese e la loro effettività ed esigibilità da parte di quanti ne sono o dovrebbero esserne titolari. I nostri principali campi d’indagine sono legati a quelle minoranze che, per origine etnica, fragilità sociale, confessione religiosa, orientamento sessuale, vivono in uno stato di esercizio parziale o sospeso dei diritti fondamentali. 

Il principale frutto di questo lavoro è il Rapporto sullo stato dei diritti in Italia, pubblicato per la prima volta nel 2014. Il rapporto è uno strumento pubblico e accessibile da tutti i cittadini, che permette di valutare e misurare il riconoscimento o il mancato riconoscimento dei diritti correlati al pieno esercizio delle prerogative fondamentali della persona: dalla libertà personale alla libertà di movimento, dalla libertà religiosa alla libertà sessuale, alla libertà dalle discriminazioni di qualunque origine e dalle violenze comunque motivate. 


Negli anni sono state svolte molte attività di formazione sul territorio per accrescere conoscenze e competenze di diversi stakeholders, come i corsi rivolti agli operatori dei municipi di Roma sui diritti di cittadinanza e il Summer Lab, un laboratorio estivo rivolto ai ragazzi tra i 18 e i 25 per trattare temi attuali e variegati: dalle migrazioni al clima e all'ambiente, da donne e comunità LGBTI+ ai salvataggi in mare, dai percorsi di integrazione, al contrasto all'hate speech. Di anno in anno ci impegniamo anche in attività di formazione negli istituti penitenziari italiani, dalla scrittura alla pratica filosofica, che sono rivolti a tutta la popolazione detenuta, tanto i reclusi quanto gli educatori e i poliziotti penitenziari.

Tra le attività di formazione