In Italia in carcere si muore. Alcuni sono suicidi, altri no. E si può morire nel reparto detentivo di un ospedale, come Stefano Cucchi; per strada, come Federico Aldrovandi; legati mani e piedi a un letto di contenzione, come Franco Mastrogiovanni. Si può morire anche durante un arresto, una manifestazione di piazza, un trattamento sanitario obbligatorio. Quando hanno aperto la cella. Storie di corpi offesi. Da Pinelli a Uva, da Aldrovandi al processo per Stefano Cucchi (2011), a cura di Luigi Manconi e Valentina Calderone, porta alla luce le storie di persone che sono entrate in prigione, in caserma o in un reparto psichiatrico e ne sono uscite senza vita. Racconta di uno Stato che si ricorda di recludere, sorvegliare e punire, ma spesso dimentica di tutelare e rispettare gli individui che gli sono affidati.