Just in time è un progetto di A Buon Diritto in partenariato con Cooperativa sociale Befree, Arci Roma e Consiglio italiano per i rifugiati, realizzato grazie al bando del Dipartimento Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri “per il finanziamento di progetti volti alla prevenzione e contrasto alla violenza alle donne anche in attuazione della convenzione di Istanbul”. Iniziato a dicembre 2018, si concluderà a dicembre 2019.

Just in time mira a identificare le donne immigrate e le donne di seconda generazione potenziali o dichiarate vittime di violenza di genere in contesti alternativi ai servizi antiviolenza e a favorirne l’emersione e la presa in carico da parte di uno staff specializzato in metodologia dell’accoglienza a donne che hanno esperito/esperiscono situazioni di violenza di genere, in ottica transculturale e competente delle discriminazioni multiple che ne caratterizzano la condizione. Il progetto si svolge in collaborazione con: enti gestori delle strutture di accoglienza; enti di sostegno alle persone rifugiate e richiedenti asilo; stakeholder (donne e uomini) delle comunità migranti, da individuare di volta in volta tra coloro che sono più attivi nella gestione della vita comunitaria, in collaborazione con gli Enti gestori.

L’interlocuzione con la comunità attraverso stakeholder riconosciuti mira a veicolare un modello di inclusione consapevole ed autorevole, intesa come attenzione alle persone portatrici di riferimenti culturali, valori, tradizioni, usanze, che non devono essere del tutto  abbandonate  per un malinteso senso di acquisizione della cittadinanza, ma che possono essere parte del percorso, diventando elementi di  arricchimento  anche per la comunità di arrivo.

Opportunità offerte alle donne partecipanti al progetto:

- Accesso a colloqui specialistici con operatrici antiviolenza, eventualmente affiancate da mediatrici culturali esperte nell’accoglienza a donne che esperiscono violenza di genere, per essere sostenuta nella definizione della sua condizione esistenziale, nonché supportata nell’analisi delle condizioni oggettive (condizione familiare, titolarità del permesso di soggiorno, stato di salute, presenza o meno di figli, presenza o meno di rete familiare/amicale/comunitaria/ di sostegno; skills e competenze da rendere disponibili ad un processo di inclusione sociale; scolarizzazione; capacità linguistiche nella lingua italiana…)

- Consulenza legale con le avvocate del progetto, per rendere le donne edotte dei loro diritti e possibilità, anche attraverso l’applicazione della norma di cui all’art. 18bis D.lgs. 286/1998 ossia il rilascio di uno speciale permesso di soggiorno alle donne vittime di violenza per motivi di protezione sociale o di altri titoli di soggiorno possibili

- Sostegno nella preparazione dell’intervista presso la competente Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, nella considerazione che sovente le questioni relative alla subita violenza non vengono evidenziate dalle richiedenti, per vergogna, riserbo, senso di colpa

- Invio presso strutture sanitarie specialistiche, sia per quanto riguarda  pregressi interventi di MGF, sia per quanto attiene alla necessità di un complessivo screening;

- Reperimento di un’accoglienza protetta, segreta e sicura per le donna ed eventualmente per i figli/e minori in una delle Case Rifugio gestite da Befree, o da altri enti delle Rete Nazionale Antiviolenza, nel caso in cui sia necessario allontanare la donna e/o il nucleo dalla dimora abituale.